8/01/2010

Tag: stage, stazione, bologna


Immancabile come i consigli del nutrizionista, del visagista, della shampista, del dermatologo, dello stilista (gay), del veterinario, all'approssimarsi dell'estate (che in Italia vuol dire Agosto), a Bologna iniziano a circolare soggetti buffi e bizzarri che pretendono di avere la verita' sulla strage della stazione di bologna (che nelle stanze dei servizi segreti si chiama "stage" della stazione di bologna, nel senso che prima di diventare spioni professionisti devono spareare almeno una bufala sul 2 agosto). E cosi', immancabilmente ogni anno da quando ne ho memoria felsinea diretta, la cronaca dei giornali piu' o meno locali si riempie di fandonie miste a lutto, ricordo, proteste.
Ma non sarebbe una volta per tutte il caso che il fattaccio, la strage fascista, venisse consegnata alla storia e le venisse risparmiato il ripetitivo passaggio in cronaca? Si parla di storia con la S maiuscola, mica bubbole, di quella storia che e' sinonimo di verita' inconfutabile e accettata.
Cosa lo impedisce? Il protagonismo di certe mezze calzette alla ricerca dei cinque minuti di celebrita'? La permanenza in vita di chi ha ricordo diretto e personale del fatto? La mancanza di verita' giudiziarie definitive e onnicomprensive (ma da quando in qua serve una sentenza per certificare una verita' storica)?
Secondo me sarebbe ora di piantarla, di lasciare il ricordo, il lutto, la memoria e la consapevolezza, ma di levare di mezzo tutto il restante putrido contorno di ex presidenti della repubblica, di ex magistrati, ex giornalisti, ex spioni. Che se sono ex un motivo ci sara' pure, o no?!

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