3/02/2020

2/24/2020

2/22/2020


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1/28/2020

Profezia profezia profezia fu scrivere questo blog 
La fake news già scorreva negli animi nostri
La post verità ci mandava già ai matti
Immutato il disagio in un reale sempre più ostil
Psicofarmaci e ricerca disperata di normalità al posto di un sano folle delirio

10/08/2013

Per Giusta Causa

http://www.salvalatuabirra.it/

2/12/2013

Downhill


Non sono interessato a sapere i cazzi dei papi.
Non mi frega nulla di metter croci sulle schede. 
San Remo pure mi lascia indifferente. 

Io voglio sapere solo come sta Lindsey Vonn. 

Esigo rapporti giornalieri della televisione di stato. 
Che ci stiamo a fare sennò nella Nato? 
Che ci va a fare Pollari in galera, altrimenti? 
Perché comprare Antonveneta dagli spagnoli via Ior? 
Perché fare buchi in giro per il mondo per pompare carburi e pagare poi tangenti per turarli? 
Perché vendere elicotteri agli indiani? 

Perché menare questa vita grama? 
Dove, altrimenti, starebbe il suo bello?

Solo nella Discesa Libera c'è un senso chiaro.
Il resto è fumo negli occhi.  

E Lindsey Vonn è la Discesa Libera.
Se non fosse già fracico, le donerei il ginocchio (forse).

9/19/2012

Fabbrica Italia

"La Fiat resterà in Italia". Speriamo che almeno non sia in divieto.

5/22/2012

6.000.000$






"Reach and grasp by people with tetraplegia using a neurally controlled robotic arm"




Nature 485372–37 (17 May 2012)

Oggi chi non può muovere le braccia o le gambe secondo la sua volontà non è più costretto a sperare nel miracolo. Chi semplicemente è pigro intuisce una probabile svolta nella storia biologica dell'uomo. 










5/19/2012

Sacra Corona Anarchica








A circa 7 ore dalla strage degli innocenti di Brindisi s'intensificano le insinuazioni e si moltiplica l'ambiguità nel discorso politico istituzionale.
Chi è stato, la "mafia" o il "terrorismo", a fare strage? 
Nel dare uno sguardo a come tendano a rispondere i politici a questa domanda, bisogna innanzitutto far notare che "terrorismo" non è espressione intesa qui designare una determinata pratica violenta di azione politica o sociale, purtroppo agibile da chiunque – per esempio dalla "mafia" stessa – ma è espressione intesa riferirsi ad un'entità mai del tutto precisata e tuttavia diversa, per convenzione, dalla "mafia"  e tipicamente assimilata, in Italia, ad organizzazioni politiche extraparlamentari. 
Insomma, tra l'impiego dell'espressione "mafia" e quello dell'espressione "terrorismo" per designare il responsabile di un'azione violenta, nell'uso corrente dell'italiano, si pone un'alternativa: se è stata la "mafia" non è stato il "terrorismo", e viceversa.  

Vediamo ora le dichiarazioni rese, ad esempio, dal presidente della repubblica e del ministro dell'inferno:   
« “L’attentato di Brindisi è un fatto anomalo e complesso che desta grande preoccupazione, oltre che grande dolore perché ha colpito giovani vite. Potremo dire qualcosa in più quando avremo individuato uno o due filoni d’indagine”: parola del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, che, nel formulare ipotesi quanto avvenuto, ha detto che bisogna essere “prudenti e molto equilibrati” anche perché la tipologia dell’attentato non è tipico delle stragi di mafia”. Per il ministro, non si “può pensare di militarizzare il paese”, la risposta deve essere “trovata con il potenziamento dell’intelligence”. »
« "Individuare la matrice e i responsabili di questo attacco alla convivenza civile. Vigilanza e fermo e concorde contrasto nei confronti di ogni focolaio di violenza eversiva"
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, esprime il suo profondo dolore per la perdita della giovane vita di Melissa stroncata dal barbaro attentato di questa mattina a Brindisi, per le gravissime condizioni di Veronica e per le ferite riportate da altre ragazze dell'Istituto professionale intitolato a Francesca Morvillo - Falcone.

Nello stringersi con affettuosa solidarietà ai famigliari e alla comunità scolastica, il Capo dello Stato auspica e sollecita il più rapido ed efficace svolgimento delle indagini volte a individuare la matrice e i responsabili di questo sanguinoso attacco alla convivenza civile.
Il Presidente Napolitano rinnova, nello stesso tempo, l'appello alla vigilanza e al fermo e concorde contrasto nei confronti di ogni focolaio di violenza eversiva. »

Qual'è il confine tra "prudenza" ed ambiguità, qual'è la soglia oltre la quale la "formulazione d'ipotesi" trascolora in formulazione d'insinuazioni? 
Sono soglie e confini difficilmente calcolabili, dato che hanno a che fare più con la "forza" con cui sono proferiti frasi e discorsi che con il solo lessico impiegato; ma, per quanto queste soglie siano difficilmente calcolabili su base analitica, esse restano facilmente rintracciabili su basi puramente intuitive.
Napolitano e Cancellieri (e come loro quasi tutti gli altri esponenti del ceto politico parlamentare) rendono dichiarazioni che ballano sul filo sottile che separa la "prudenza" dall'ambiguità e, nel ballare su questo filo, sembrano già travalicarlo, a tratti. (A margine – il prefetto della Cancellieri deve aver richiamato anche il sindaco di Brindisi alla "prudenza": fino a prima di andare in Prefettura parlava di bomba della Sacra Corona, dopo i consigli del prefetto è più incline al "dubbio", e parla pure lui, sia pur molto genericamente, di "terrorismo".)  
La tentazione, forse il desiderio inconfessato, che sembra trasparire dalle loro dichiarazioni è proprio quella di poter dare la risposta più comoda alla domanda che in Italia ci si deve porre con cadenza poco più che decennale:« Chi è stato la "mafia" o il "terrorismo"?». 
La risposta più comoda per i reggitori dello stato, in questo momento, è il «terrorismo» (più comoda di questa soluzione è solo quella dell'invocazione di Dart Fernet e delle "forze del male" – come, però, il solo Di Pietro osa fare). 
La risposta più comoda, in questo momento, è il «terrorismo» perché è forse quella che scagiona di più lo stato (finché non si scoprono i consueti altarini dei servizi, ma questo non succede mai prima di una decina d'anni, e se si scoprono è solo per ricoprirli attraverso interminabili processi giudiziari); e, soprattutto, perché è quella più strumentale alla persecuzione delle più becere finalità repressive nei confronti dei movimenti politici antagonisti in un momento di fortissima (direi definitiva) destabilizzazione economica e sociale. 
La tentazione di certa politica, insomma, sarebbe quella di dire, come spessissimo si usa fare in Italia in questi casi, "sono stati gli anarchici" (o chi per loro).
E' vero, nessuno l'ha ancora detto (né, credo/spero, potrà arrivare a dirlo apertamente, almeno in questo caso).
Ma qualcuno (ad esempio, individui allucinati come lo è chi scrive ) ha già l'impressione (senz'altro allucinatoria, per l'appunto) d'averlo sentito...
Allora teniamo occhi ed orecchie ben aperti, adesso e nei prossimi giorni – dopotutto ce lo dice uno come Bonanni che c'è puzza di merda, fiato di strategia della tensione: e la strategia della tensione si fa così: scoppia una bomba e poi si comincia a giocare con le ipotesi e le insinuazioni per lasciare che proliferi l'incertezza; alla domanda di certezze lo stato, poi, provvede dare risposta non in termini di ricerca e divulgazione della verità, ma in termini di garanzia dell' "ordine pubblico".    
P.s.
Agli infami che hanno fatto scoppiare quelle tre bombole, che hanno massacrato quelle ragazze, dico quello che diceva la buonanima di mio nonno ad i veri pezzi di merda: Pozza Jettà Lu Sang' ! (Augurio della peggior morte in basso abruzzese).       



4/25/2012

rivendicazione



E NOI FAREM DEL MONDO UN BALUARDO
SAPREMO RIDER E DISPREZZAR LA VITA
PER NOI RISORGERÀ LA NUOVA ITALIA
CON LA GUERRIGLIA

PER TUTTE LE VITTIME NOSTRE INVENDICATE
PER LIBERAR L'OPPRESSA NOSTRA GENTE
RITORNA SEMPRE INVITTO NELLA LOTTA
IL PATRIOTA

IL NOSTRO GRIDO È LIBERTÀ O MORTE
SULL'ASPRO MONTE CI SIAM FATTI LUPI
AL PIANO SCENDEREM PER LA BATTAGLIA
PER LA VITTORIA

FAMELICI DI PACE E DI GIUSTIZIA
ANNIENTEREM IL FASCISMO ED I TIRANNI
ROSSI DI SANGUE E CARICHI DI GLORIA
NEL FIOR DEGLI ANNI

AI NOSTRI MORTI SCAVEREM LA FOSSA
SULLE RUPESTRI CIME SARÀ POSTA
PER NOI RISORGERÀ LA NUOVA ITALIA
CON LA GUERRIGLIA

3/02/2012


Lucio Dalla è morto senza dirmi chi siano Anna e Marco – non so chi siano Anna e Marco: me lo chiedo da quando avevo 3 anni. Immaginarli mi riempiva la mente, di domenica mattina. E poi pensavo a Lucio Dalla, ad i peli che aveva anche sul cappello e mi chiedevo in che rapporti fosse con Anna e Marco. Insomma tutto un mondo, un lavorio di testa... le favole? Non te ne fai niente... Anna e Marco: grande mistero. Come pure il BellUomo, che veniva dal mare...chi era? Splendido modo di venire, però: venire dal mare. Grato a Dalla. Incazzato che sia morto così, senza scriverci una canzone prima.   


3/01/2012

Onore al camerata Luciano Volante!



Si svela l'identità reale di Luciano Violante, per anni ha agito dietro le linee del nemico, oggi, finalmente, può gettare la maschera e riscuotere i dovuti onori. Ed è con conclamato piglio fascista che il camerata infatti ci ammonisce a voler vedere ciò che realmente si cela dietro il movimento No Tav: la nuova, malcelata, strisciante incarnazione del terrorismo comunista.
Guai a noi ed a chi non vorrà intendere il chiaro monito del camerata!
Siamo ancora in tempo!
All' armi!!

1/30/2012

L'Alibi






"E' stato Vittorio Colao, amministratore delegato della Vodafone, a sollevare la questione a Davos. Il manager italiano trapiantato a Londra ha ricordato che un gruppo come il suo può decidere dove aprire un call center. Può installarlo in Italia, oppure in Egitto, per esempio. Dipende dalle condizioni, dagli eventuali vantaggi fiscali, dalle potenzialità della manodopera, e dalla possibilità di programmare con certezza i costi che riguardano anche la flessibilità in uscita. (...)
Passera ha risposto che il tema non sarà eluso (...)
Si profila (...) uno scambio* per i giovani precari, categoria centrale nell'approccio del governo alla riforma. Il tracciato potrebbe essere più o meno questo: per chi viene assunto con un contratto a tempo indeterminato, provenendo dal bacino della precarietà (a cominciare dai contratti a termine) non sarebbe previsto il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa (...) 
Con un articolo 18 dimezzato, le aziende non avrebbero più l'alibi secondo il quale non si può assumere perché poi sarebbe impossibile sciogliere il vincolo con il lavoratore."

*NOTA BENE: "Scambio" = Sei precario? Se mai ti dovessero assumere a tempo indeterminato sappi che d'ora innanzi ti possono cacciare quando cazzo gli pare. La soluzione finale al problema del precariato: l'eliminazione delle residue forme di lavoro non precarizzato – in termini tennistici: non esiste più il concetto di rovescio, se non c'è più il dritto.]

Vodafone, Passera, il Giovane Precario, in grassetto corsivo nel testo, nei rispettivi ruoli de: 
il padrone; il maggiordomo; il servo.

Capito mo' chi comanda? 
Chi esegue?
E chi suka? 

E' chiaro no? Ce lo spiega il giornale di Scalfari (ruolo: il ruffiano).

SCHIAVI, RIVOLTIAMO IL MONDO. Approfittiamo ora, che viene il carnevale. Cominciamo per scherzo. Finiamo per davvero. Ci vestiamo da Passera e da Vodafone e cominciamo a dare noi gli ordini.

1/21/2012



L'italiano uccide (e si fa uccidere) in mare spesso e volentieri, da sempre; tuttavia ci aspettiamo al prossimo affondamento di un barcone di miserabili&disperati in viaggio verso Lampedusa, Brindisi etc. la stessa premura e la stessa sollecitudine nell'attivare le operazioni di recupero dei superstiti, nonché lo stesso zelo persecutorio nei confronti dei responsabili mostrati dallo stato in occasione del naufragio dei croceristi e questo in luogo delle consuete azioni compiute in simili occasioni e volte ad agevolarne la morte in mare (secondo la pratica del "respingimento"). Dopotutto quelli che affogano in barcone partendo dalle coste africane pagano mediamente un biglietto molto più caro di quelli che s'imbarcano su un complesso di villette a schiera galleggiante dell'armatore Costa.

12/30/2011

R.I.P.


(Rimbomba In Pace)

12/05/2011

Morte di Socrates




"Ma vedo che è tempo ormai d'andar via, io a morire, voi a vivere. Chi di noi avrà sorte migliore, occulto è a ognuno, tranne che al dio".
Socrates, comunista, calciatore di tacco e medico, dorme ormai del sonno senza sogni. Le ultime parole per lui già le disse un filosofo.
Oggi noi lo salutiamo.
Il suo Corinthias lo ha salutato ieri, a pugno chiuso, poi ha giocato l'ultima di campionato ed ha vinto lo scudetto. L'auspicio è dei migliori. Venceremos.
P.s.  
La commozione per la morte del capitano del Brasile ha travolto anche Elsa Fornero, proconsole tedesco in Italia con delega alla gestione del lavoro degli schiavi: nel mezzo della conferenza stampa che teneva ieri sera si è infatti sciolta in lacrime. Grande scalpore ha suscitato presso la pubblica opinione l'inatteso pianto in morte di Socrates da parte di una fiera esponente del patriziato.

11/14/2011







Regime. Possiamo meccanicamente definirlo come la temporanea condizione d'equilibrio assunta da un sistema di forze politiche che interagiscono nel contesto di uno stato. 

Un regime, dunque, in base a questa definizione è intrinsecamente transitorio. La transizione da un regime ad un altro è un evento complesso (vale a dire un insieme di eventi semplici tra loro correlati), cui ci si riferisce comunemente con l'espressione  "cambio di regime". 

Un cambio di regime è qualcosa che accade quando si da il ricambio quantomeno  massivo, se non totale, della classe (ceto) politico al potere; si può dire che questa sia una condizione necessaria ad un cambio di regime, sebbene non sia sufficiente: perché vi sia un cambio di regime, oltre alla sostituzione della classe politica al potere, occorre di solito anche che si dia  una mutazione  della forma di governo (che so: da monarchia a repubblica, da repubblica a monarchia etc.); ma questo ancora non basta, per poter parlare di cambio di regime in uno stato occorre soprattutto che si dia  una mutazione  significativa delle finalità politiche fondamentali perseguite dallo stato stesso. Queste finalità fondamentali sono essenzialmente rispecchiate dalla scelta dei criteri in base ai quali organizzare la distribuzione delle risorse disponibili all'interno dello stato in questione (chi magna e chi non magna, chi magna per primo, chi per secondo, quanto magna chi magna, etc.). 

Da quando esiste lo stato italiano unitario, fino ad oggi, al suo interno si sono registrati due cambi di regime. 
Uno in occasione dell'avvento del fascismo, l'altro dell'instaurazione della repubblica — ed in tutti e due i casi sono state delle cause esterne – due crisi globali del capitalismo e le due guerre che ne sono conseguite – a determinare questi cambi di regime.

Forse tre. 
Se la fine della cosiddetta "prima repubblica" deve essere considerata tale, vale a dire un cambio di regime. 
In effetti un sostanziale ricambio della classe politica allora c'è stato (e ci abbiamo guadagnato i berlusconi e i d'alema che meritavamo, in luogo degli andreotti, dei bettini, dei berlinguerri che pure meritavamo – non sempre da un cambio di regime si trae guadagno, anzi, di male si può scivolare facilmente in peggio). 
Vi è stata pure una mutazione nella forma di governo: non abbiamo fatto la repubblica presidenziale, ma quella bi-polare almeno sì.
Soprattutto vi è stata una mutazione dei criteri in base ai quali organizzare la distribuzione delle risorse disponibili all'interno dello stato, sotto forma della transizione dal capitalismo socialdemocristiano light al liberismo da operetta del Fascio 2.0 ( operetta in cui le pagine più credibili sono state scritte, per altro, non dal teleduce berlusconi ma dai cascami del partito comunista italiano, che ci ha regalato quella riforma del diritto del lavoro in forza della quale siamo diventati più pezzenti e più schiavi). 

Molti, a partire da ieri sera, vogliono avere la sensazione rinfrancante di essersi liberati di qualcosa, di un peso che impediva da tempo ogni slancio politico verso la riconquista del diritto al futuro e simili vaghezze – la sensazione di vivere, insomma, un cambio di regime. Col quale saremmo a quattro (in meno di 100 anni cominciano ad essere assai: saremmo secondi solo alla Francia del 1800). 

Ma vediamo un pò di capire se è davvero cambiato qualche cosa da l'altro ieri a oggi. Cerchiamo di capire se stiamo uscendo da un regime e, se sì, per entrare in quale altro. 
"Comunque sia, si chiude un'epoca", così dice Fassino ( h 00:49, 14.XI.2011, primo canale). E vediamo un pò se non ha detto una fregnaccia. 

Ad occhio e croce qui non siamo alla fine di niente. 
Al contrario. 
Il "passo laterale" del teleduce berlusconi, infatti, anche dopo che si saranno consumate le rituali consultazioni elettorali (quando sarà), ci lascerà lo stesso ceto politico che avevamo (meno qualche stronzo, che sarà d'altronde sostituito da qualche altro stronzo), pure il teleduce stesso, probabilmente, resterà in scena. Avremo poi partiti e partitelli che ricalcheranno le sagome dei preesistenti, fatta salva una qualche prevedibile ridistribuzione del rispettivo peso elettorale.  
Non si registrerà, inoltre, nessuna mutazione sostanziale nella forma di governo: monarchie, repubbliche presidenziali, vicepresidenziali e ccos'...niente, non è aria (per fortuna). Forse ci sarà spazio per la terza (o quarta?) riforma elettorale degli ultimi 20 anni, tutto qua. 
Quanto poi a ciò che più conta, cioè all'orientamento economico-politico fondamentale dello stato, in questo passeremo semplicemente dal liberismo di facciata degli ultimi venti anni, ad un liberismo sostanziale, barricadero, imbonito alla piazza per mezzo di qualche addobbo superficiale (in nome dell "equità sociale" Monti, ad esempio, a Natale regalerà a tutti i pezzenti un panettone di marca, se faranno i bravi e si metteranno a pecorina come richiede l'interesse della nazione).

Questo non è un regime che cade sotto lo spauracchio del defolt, ma un regime che si consolida sotto lo spauracchio del defolt, sfiatando un poco la demokrazia – sommo bene.   
In effetti l'unico mutamento rilevante lo si è registrato  proprio rispetto allo stato di salute della demokrazia itagliana (per chi ci tiene): si è aggravata la democrazia. Mò ci lascia, mi sa... L'Itaglia era più democratica fino a l'altro ieri, con berlusconi e gasparri, che non oggi, il che è tutto dire. Che le cose stiano così è abbastanza evidente. Fino a l'altro ieri la democrazia era minacciata, adesso la democrazia è sospesa a tempo indeterminato, per problemi tecnici, dovuti all'emergenza. Un pò come a L'Aquila da quando è successo il terramouto. Monti sta a Bertolaso, come il defolt al terramouto. Il mercato è un entità naturale, a quanto pare, non un oggetto sociale. I suoi tiramenti di culo, cause di forza maggiore. Ed a queste cause bisogna rimettersi: quando si scatena la furia dei mercati, ci vuole il commissario gradito all'unione. Bisogna abituarsi. Questa d'ora innanzi sarà la normalità, e per di più non è neppure la prima volta. 
D'altronde è giusto che sia così: entrare nell'UE, cioè stare nella moneta, equivale da parte dello stato italiano ad abdicare ad una parte sostanziale della sua sovranità, e questo è quanto. La sorpresa (per modo di dire) è scoprire, come alcuni sembrano fare solo oggi, che l'abdicazione non avviene in favore di un'organismo politico elettivo (l'europarlamento) e di un dispositivo di governanzz transnazionale (la commissione), ma a favore del cosiddetto "mercato", in ossequio al quale parlamenti e commissioni esercitano le loro funzioni, ligi ed efficienti - simili, nel ruolo svolto, al partito comunista cinese. Se ne avessero gli stessi larghi poteri, allora sì che noi europei si farebbe il culo a tutti quanti. 
  
Io il defolt, comunque, già l'ho fatto. So fallito da tempo. Quindi il commissario non mi serve.