10/05/2009

cose che cambiano

Ieri notte e' morto Gino Giugni. Chi era costui? A parte le cronache piu'
"recenti" (anni '80) che lo vedono gambizzato dalle BR (capita pare a tutti
i giuslavoristi) e senatore per il PSI, a fine anni '60 fu uno dei
principali artefici dello Statuto dei Lavoratori.
Proprio l'altro giorno, spulciando le mie buste paga, notavo ad agosto
l'importo per "festivita' non goduta" e pensavo a quale bislacco "progesso"
abbiamo avuto in quarant'anni, passando dall'affermazione di diritti se
volete un tantino eccessivi (siamo sinceri) a una situazione, quella
attuale, in cui a un essere umano (soprattutto se di italica residenza)
dovrebbe bastare il possesso di un lavoro, e non che questo sia
adeguatamente retribuito e garantito.
Dati gli ultimi trascorsi di Giugni, ovviamente i governanti d'oggi (che si
ritengono eredi naturali di tutto cio' che gli pare) stanno facendo la gara
a chi santifica maggiormente lo scomparso, ma con un tratto comune a tutti
loro (pure ai presunti oppositori dei governanti): il definirlo un "vero
riformista". Ora io chiedo a questi signori, come e' possibile che
quarant'anni fa fosse riformista chi chiedeva un limite settimanale alle ore
lavorative, il riconoscimento di straordinari, ferie e permessi retribuiti,
maternita', infortunio e limiti alla licenziabilita', mentre oggi il loro
modello di riformista e' colui che tutte queste cose vuole cancellare?
Non aspetto che rispondano (o che qualcuno piu' in vista di me glielo faccia
notare), li mando direttamente a cagare.
Una prece per lui, ma una piu' grande per noi.

2 comments:

Titus Bresthell said...

in quanto convinto critico dell'"ideologia" del lavoro, grazie alla quale si razionalizza e si irreggimenta qualsiasi tipo di attività, non riesco a provare tanta simpatia per questa gente.
una volta c'erano gli operai (e i sindacati) e il dilemma era riforma/rivoluzione; poi sono arrivati i giuslavoristi; adesso brunetta, sacconi e la gelmini...
per favore, se sai già cosa ci aspetta domani, non dirmelo.

Pel(l)acani said...

domani si torna indietro, ma non alle libere arti e professioni medievali

resta comunque significativo che quarant'anni fa si ragionasse (e non solo lottasse) per affermare dei diritti, non per negarli

i vari Sacconi dovrebbero provare un po' di vergogna, se sapessero cos'e'

Related Posts with Thumbnails