9/21/2009

Perche' Bologna?


La domanda non e' certo rivolta agli indigeni, ne' tantomeno e' eludibile con le relazioni (personali, lavorative) sviluppate dai trapiantati. Ma e' una domanda seria.
Perche' restare a Bologna? E' una citta' mediamente cara, e' una citta' in cui bande rivali si inseguono per le strade senza incontrare un ostacolo al loro delirio da good fellas, e' una citta' che sta smobilitando pezzo a pezzo i suoi servizi sociali, e' una citta' in cui la rendita e' l'unico affare possibile, e' una citta' che butta via anni (o decenni) di produzione culturale, e' una citta' con sogni da grande ma che non sa risolvere le cosa piu' semplici.
E allora, perche' Bologna? BO!

19 comments:

OsteLinus said...

perché è dimensione d'uomo e ci sono i portici? ;-)

Pel(l)acani said...

e non scordiamo alcuni ristoranti della festa dell'umidita'

Anonymous said...

"Quando incontro qualcuno che scuote la testa e dice che Bologna non è più quella frizzante e anticonformista di una volta, vorrei domandargli piccato: "Perché, te sì? Hai ancora il sorriso e il cuore leggero di quando avevi vent'anni?"
(Quarta di copertina di un recente libro di un celebre... beh sì, celebre dai, nel bene e nel male... blognese)
;)
Tullia

Pel(l)acani said...

celebre e ascoltato

ma la vita media di una citta' e' un po' piu' lunga di quella mia o di altri lamentosi

Titus Bresthell said...

allora:
l'ho scelta un po' a caso (ma non troppo). ci ero già stato e mi aveva garbato. poi ci ho studiato e non ho ancora finito. poi appena ho finito conto di espatriare.
diciamo che come tappa intermedia non è stata per niente male. soprattutto per un fottuto fuorisede. anche se probabilmente negli anni è sempre peggio (come tutto il resto).
tra le capitali del "nord", dopo bologna c'è genova.

Mario Pe(l)lacani said...

io sponsorizzo la sottovalutata bozen

\3u3u said...

"perché... perché...
... non so perché"

?

bologna=jaegermeister !!!

Anonymous said...

Bologna, Genova... Bolzano (!)...
Per me al Nord il problema è che non puoi affogare la consapevolezza dei tuoi problemi individuali dentro la percezione di problemi collettivi. Non c'è una forte identità storica a distrarti da te stesso, una famiglia chiassosa a zittire le voci di dentro, un mare di gente per strada a impedirti di guardarti dentro, una foresta di simboli in cui perdere il senso di sé, un sentimento orgoglioso di bellezze naturali e paesaggistiche a giustificare la trascuratezza del proprio corpo. Quindi va bene se devi trovare te stesso. Ma se dopo che ti sei trovato, poi, ti senti solo?
Forse sto delirando...
T.

Mario Pe(l)lacani said...

estremizzando per fini comunicativi, aiuta pero' che mentre sei rapito dalla bellezza dei luoghi, dal chiasso della famiglia, dalla moltitudine sulla via, non caschi in una buca di 20 metri nella strada (vd. recente cronaca napoletana)

il compromesso, questo povero concetto distrutto da troppi decenni di DC

Anonymous said...

Quando si migra accade di spaesarsi. Arrivi in un posto e ti senti maggiormente distinto da tutto e tutti, più di quanto non ti accadesse prima, nel posto dal quale partivi, magari essendoci nato. I fatti strettamente tuoi (o che ti sembrano tali) si discernono drammaticamente da quelli di tutti. Lo stesso accade ad un milanese che migri a Bari, come ad un barese che migri a Milano. Lo spaesamento, però, è solo un effetto collaterale: dalla storia delle migrazioni interne all'Italia non credo risulti che la pulsione verso la ricerca di sé abbia avuto particolare peso nel indurre milioni di persone ad andarsene da casa loro. Inoltre, col passare del tempo l'effetto di spaesamento tende a mitigarsi: a questo punto cominci a ritrovarti, intendo a ritrovarti in quello che hai intorno, nel tuo nuovo posto; se ti piace quello che hai intorno e ti piaci tu stesso, osservandoti contro questo sfondo, allora è meglio per te, altrimenti, se puoi e se vuoi riparti. Mettiamo, ora, che, dopo alcuni di questi spostamenti, uno si accorga di non avvertire una differenza tra il collocamento in un luogo oppure in un altro e che ovunque vada si trovi così e così, né bene, né male. Ecco, credo che quest'ultima ipotesi si applichi alla percezione del sé e dell'ambiente da parte del migrante interno in nord italia. La differenza col vivere, ad esempio, nel sud è, a mio parere, nel fatto che a sud risulta ancora relativamente facile stabilire se uno si trova bene o si trova male in un certo posto, in una certa città, paese, paesone, contrada etc. I profili delle cose, delle persone, dei fatti sono meno smussati, più netti (il che non è detto che debba essere considerato desiderabile).

Pel(l)acani said...

gia'.
anche il contorno della mercedes contro cui ho sbattuto al sud era molto netto, per niente smussato.

adesso devi metterci le note, che cosi' facciamo una canzone dello spaesamento nel belpaese.

e' che roba tipo lo "star bene" al nord ormai non viene nemmeno piu' preso in conto come una cosa possibile. stai. lavori o cerchi di. non rump i ball. sotto la linea degli agriturismi, invece, non si sa quanto volontariamente, c'e' ancora spazio (e tempo!!!) per queste valutazioni

\3u3u said...

Oh, vedi, si va a parare da qualche parte: siamo, dunque, d'accordo sul fatto cha nel nord italia si vive aldilà del bene e del male...

Mario Pe(l)lacani said...

anche al di la' delle proprie possibilita', secondo me

Anonymous said...

Caro Pellacani, cadere nella buca aiuta ancora meglio a non pensare che sei un coglione, o al limite se lo sei, è colpa della buca o di chi non l'ha richiusa o della famiglia o del contesto sociale o della dominazione borbonica etc... è questo quel che volevo dire :)

Pel(l)acani said...

carissim*,
perche' un momento cosi' importante come l'autocompiacimento della coglionaggine mi dovrebbe essere negato per la "disattenzione" altrui? io sono per l'autodeterminazione degli stati di coscenza e coscienza pure

Anonymous said...

e pure io, ecco perché me ne sono andata dalla Borbonia dove questo autocompiacimento mi veniva negato!
(e in questo momento mi autocompiaccio della mia coglionaggine perché non avevo capito che pellacani è anche l'autrice di questo blog... buonanotteeee) :D
(Tulli*)

Pel(l)acani said...

pellacani è anche l'autrice di questo blog

Mario, so' Mario

la borbonia va pero' assunta, a piccole dosi, ma costantemente

Anonymous said...

Ah, Mario, va bene Mario, va bene, ce la posso fare, sì. Si vede che ho esteso la crisi d'identità mia all'identità degli altri :)

Pel(l)acani said...

sara' lo spaesamento da migrazione interiore ;-)

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