3/10/2009

reddito non da lavoro


postato su http://bolognacittalibera.ning.com/

Il documento sopra pubblicato e' del (nefasto) luglio del 2001.
Ultimamente mi e' capitato molte volte di ripensarci, alla luce di articoli, manifestazioni, documenti che sempre piu' negli ultimi mesi (effetto della crisi) parlano di un ripensamento delle regole di funzionamento economico nelle societa' piu' industrializzate (ultimo in ordine di tempo il post di Francesco Berardi su Bologna Citta' Libera).
E' curioso come negli ultimi 30 anni la lotta prima di tutto culturale verso una nuovo modo di intendere concetti come sviluppo, redistribuzione del reddito, tempo libero vs. salario abbia raggiunto il suo apice in due momenti tanto diversi tra loro: a fine anni novanta, in pieno "rampantismo" del nuovo paradigma economico del capitalismo transnazionale e mercantilista ("creazione di ricchezza per tutti, siori e siore, accorrete numerosi"), oggi, in pieno collasso dello stesso capitalismo transnazionale e mercantilista di allora.
In circa dieci anni le istanze legate al reddito di cittadinanza (e tutti i suoi sinonimi) erano pero' quasi sparite, travolte dall'acuirsi dello scontro global-no global (scusate il semplicismo estremo), dal risorgere di stati canaglia in grado di mettere in pericolo il benessere del resto del mondo, da sedicenti e assai poco seducenti brigatisti fuori tempo massimo che, tutti i tre fattori insieme, hanno spinto gli eretici del capitalsimo 2.0 a essere bollati come terroristi o amici dei terroristi.
Abbiamo pero' oggi una nuova consapevolezza delle storture del modello di sviluppo adottato dalle nazioni piu' potenti del mondo nell'ultimo quindicennio, una consapevolezza che non e' piu' solo di una minoranza di sognatori piu' o meno idealisti, ma che tocca dal vivo contemporaneamente centinaia id milioni di persone nel mondo.
La sfida di questi prossimi mesi non sara' tanto quella di far approvare radicali cambiamenti nel funzionamento della nostra societa', che richiedono anni di transizione, quanto quella ancor piu' importante di evitare che l'acuirsi delle tensioni sociali piu' o meno evidenti su scala mondiale si traduca un rinfocolarsi degli istinti di conservazione piu' animaleschi e nocivi: nazionalismi, xenofobia, corporativismo guidato dall'alto.
La parola d'ordine per questa nuova battaglia deve essere una e una sola, tanto lampante quanto spiazzante: signore e signori, non c'e' lavoro per tutti (e ce ne sara' sempre meno). Smettiamola quindi di legare la dignita', la possibilita' di esistenza, l'essere pienamente cittadini oltre che uomini e donne di tutti quanti al fatto di appartenere o meno alla ormai mitizzata "classe dei lavoratori".

5 comments:

mazzetta said...

http://www.bin-italia.org/

\3u3u said...

La storia:
(Capitalismo 1.0 & Rivoluzione 1.0) -> Fascio 1.0
Si assume, quindi, che Capitalismo+Rivoluzione siano condizioni sufficienti al Fascio)

Il presente:
Capitalismo 2.0 -> Fascio 2.0
Rivoluzione 2.0 ???
Si osserva, di fatto, che il solo Capitalismo è sufficiente al Fascio... come mai?
Forse la lezione della storia ha suggerito di adottare il Fascio-soft/preventivo, cioè, per l'appunto, il Fascio versione 2.0? così pare...
E la Rivoluzione 2.0, la rivoluzione posticipata, la rivoluzione soft, quale sarebbe? la disattivazione elettorale della modalità fascio-preventiva? Obama?
Se è così, allora è già successo tutto, non ci siamo accorti quasi di niente e, di sicuro, non abbiamo fatto niente: non c'è stata storia...

Il futuro:
Se è già successo tutto, allora adesso apprezzeremo i risultati, prima in America, poi in Europa e poi ancora dappertutto (l'ordine pare debba essere questo...)

Okkio ai risultati, allora.

Controlliamo ed aspettiamo di vedere la caduta elettorale delle 'nuove destre' europee, l'aggiornamento delle 'nuove sinistre' europee, l'istituzione del reddito sociale in Nord America ed Europa Occidentale; unitamente all'attuazione di molte decisioni che, per noi 'occidentali', realizzerebbero "la possibilita' di esistenza, l'essere pienamente cittadini oltre che uomini [indipendentemente] dall'appartenere o meno alla ormai mitizzata 'classe dei lavoratori'."

Controlliamo, inoltre, ed aspettiamo di vedere che misure verranno prese per garantire l'accesso alla possibilità di esistenza per tutti gli altri individui della nostra specie - aldilà di quelli stanziati nei territori già citati - compatibilmente con la preservazione dell'attuale ecosistema, quello (il solo?) nel quale noi possiamo sussistere nella nostra attuale forma di vita ( due orecchie, due occhi, un naso etc. + certe attitudini e comportamenti), forma alla quale siamo affezionati.

Mettiamoci d'accordo subito, però:
Quanto aspettiamo? Quando arriva il futuro? Chi lo programma? Chi lo esegue?

Pel(l)acani said...

Ci stanno lavorando due o tre co.co.co., prototipi della nuova umanita' che becca le briciole dal suolo.

Pel(l)acani said...

Grazie del link mazzetta, mi ero perso l'apertura di Bin (Laden) Italia.

mazzetta said...

de nada, a pensarci bene non ci ho fatto nemmeno un post, pur essendo tra i soci, sono il solito pirla che non sfrutta le sinergie

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