3/16/2007



cito da joram.it:

"Il Pi greco e' solo un numero?
Il mondo è stato creato con delle frasi, composte di parole, formate da lettere. Dietro queste ultime sono nascosti numeri, rappresentazione di una struttura, di una costruzione ove appaiono senza dubbio degli altri mondi ed io voglio analizzarli e capirli perché l'importante non è questo e quel fenomeno ma il nucleo, la vera essenza dell'universo. - (Albert Einstein)
È risaputo che 3,14, che indichiamo con il Pi greco non é che l'inizio di un numero che non ha fine ed anche dopo aver calcolato il primo milione di cifre dopo la virgola, bisogna continuare a calcolare le seguenti per conoscerle in quanto non hanno periodicità.
I matematici definiscono pi greco come numero trascendente(1):
Non ha fine e non è periodico...
Trascendente ed infinito sono due degli attributi che si applicano a D-o.
Vogliamo contrapporci ai tanti matematici ed uomini di scienza che considerano la matematica e le scienze come materie laiche provando che la Torah e l'ebraismo hanno corrispondenti nel numero p .
Il tetragramma ha come valore numerico 26, prendiamo quindi le prime 26 cifre del numero chiamato p greco:
3.1415926535897932384626433
Troviamo il numero 26 per 2 volte alla distanza di 13 cifre, corrispondenti ai tredici attributi di fede.
Cerchiamo ora di trovare un collegamento tra il Pi greco e alcuni dei personaggi piu' importanti della storia ebraica: iniziamo da Avraham... (vedi inizio articolo)
Mosheh = 345
314 + 31 = 345
31415926535897932384626433
David = 14
3+1+4+1+5 = 14
31415926535897932384626433

La prima parola della Torah, Bereshit - in principio, è composta da 6 lettere e le tre finali hanno come equivalente numerico 314 infatti:
Shin è la 21 lettera dell'alfabeto 2+1= 3
Yud è la 10 lettera dell'alfabeto 1+0= 1
Tav è la 22 lettera dell'alfabeto 2+2= 4
Secondo la Ghematriah la prima parola del primo verso della Torah, ha valore numerico 913 e l'ultima Eretz ha valore 291
Se dividiamo 913 per 291 abbiamo, arrotondando, il valore 3.14
La prima parola del verso rappresenta una circonferenza, l'ultima il diametro e il loro rapporto è proprio p .
Sommiamo le prime 116 cifre del p
(116 è, letto da destra verso sinistra, 611, il valore numerico della parola Torah)

3141592653589793238462643383279502884197169399375105820974
9445923078164062862089986280348253421170679821480865132823

La loro somma è: 541= Israel
Noi siamo fatti ad immagine e somiglianza di D-o, che ci accompagna in ogni momento della vita, dalla nascita alla morte, da quando ci alziamo a quando andiamo a dormire.

Come il numero Pi greco , apparentemente lontano dagli insegnamenti ebraici è in realtà strettamente legato alla Torah, così dalla creazione del mondo ai patriarchi, dall'uscita dall'Egitto al dono della Torah stessa, dal consolidamento del regno di David all'epoca messianica, tutta la nostra storia è, e sarà accompagnata, da un occhio che vede, un orecchio che ascolta ed un libro che registra ogni azione.
In questo contesto, che valore possiamo dare al p se non quel trascendente che ci caratterizza e che ci pone come popolo di esempio del collegamento che riconduce tutto all'unità? E come possiamo noi essere di esempio? In qualsiasi momento dobbiamo ricordare cosa abbiamo su di noi. La Kippah serve a mantenere vigile l'attenzione di ognuno sul proprio comportamento: forse, portandola sempre in testa, potremo sentire la responsabilità ed impegnarci a costruire un mondo migliore.

(1)Un numero e' trascendente quando esso non e' una radice di un'equazione algebrica a coefficienti interi: il Pi greco e' tascendente ed e' infinito non periodico

Joram Marino

1 comment:

Pel(l)acani said...

Certo ai piu' non sara' sfuggito che la linea 314 di Roma parte da via Generoso Pope, costeggia Via della cicala e Via della formica (!) e dopo aver percorso Via di Lunghezza oltre il grande raccordo anulare (la circonferenza!) arriva in Via Campodipietra (misticismo in salsa islamica).
E che l'unica altra linea 314 conosciuta in Italia vada da nardo' a Gallipoli, da dove con ogni probabilita' monaci guerrieri con i baffetti riportarono via mare preziosi oggetti dalla Città Santa.

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