2/21/2010

Sanremo docet

Fan, detrattori o indifferenti a Sanremo che siate, dovete pero' ammettere che il famoso luogo comune sullo "specchio del paese" non e' completamente campato per aria.
Innanzitutto, contro ogni logica minimamente umana, l'esito del voto popolare, sorta di suffragio universale appaltato a compagnie telefoniche, permette di capire come mai le elezioni politiche vadano in in certo modo da 15 anni.
E poi, dove altro e' piu' chiaro quanto i 30-40 (o 25-45)enni stiano proprio in una posizione di merda, stretti tra decrepiti culi attaccati a ogni sorta di poltrona col vinavil e un'orda di giovani molto piu' svegli e in grado di far massa critica (loro con il concetto di lavoro precario, pensione improbabile e stipendio non garantito ci sono cresciuti, con gli sms e internet pure, mica giuggiole).
Quindi, la prossima volta fate come noi, mangiate e bevete molto, almeno le amarezze (ri)sbattute in faccia faranno meno male.
Pero' l'idea di una rivolta che prende il via dalla protesta di un primo trombone, o di un secondo violino, un po' di poesia XX secolo ce l'aveva.

2 comments:

Anonymous said...

dal tubo catodico passato al plasma:
orchestrali che stracciano spartiti;
operai che scendono nei campi di calcio...
avrei visto bene anche un uovo spaccato in testa a Bigazzi, dall'Elisa Isoardi...

Pel(l)acani said...

non chiederti cosa il tuo paese puo' fare per te, ma chiediti cosa c'e' stasera in tv

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