12/30/2011

R.I.P.


(Rimbomba In Pace)

12/05/2011

Morte di Socrates




"Ma vedo che è tempo ormai d'andar via, io a morire, voi a vivere. Chi di noi avrà sorte migliore, occulto è a ognuno, tranne che al dio".
Socrates, comunista, calciatore di tacco e medico, dorme ormai del sonno senza sogni. Le ultime parole per lui già le disse un filosofo.
Oggi noi lo salutiamo.
Il suo Corinthias lo ha salutato ieri, a pugno chiuso, poi ha giocato l'ultima di campionato ed ha vinto lo scudetto. L'auspicio è dei migliori. Venceremos.
P.s.  
La commozione per la morte del capitano del Brasile ha travolto anche Elsa Fornero, proconsole tedesco in Italia con delega alla gestione del lavoro degli schiavi: nel mezzo della conferenza stampa che teneva ieri sera si è infatti sciolta in lacrime. Grande scalpore ha suscitato presso la pubblica opinione l'inatteso pianto in morte di Socrates da parte di una fiera esponente del patriziato.

11/14/2011







Regime. Possiamo meccanicamente definirlo come la temporanea condizione d'equilibrio assunta da un sistema di forze politiche che interagiscono nel contesto di uno stato. 

Un regime, dunque, in base a questa definizione è intrinsecamente transitorio. La transizione da un regime ad un altro è un evento complesso (vale a dire un insieme di eventi semplici tra loro correlati), cui ci si riferisce comunemente con l'espressione  "cambio di regime". 

Un cambio di regime è qualcosa che accade quando si da il ricambio quantomeno  massivo, se non totale, della classe (ceto) politico al potere; si può dire che questa sia una condizione necessaria ad un cambio di regime, sebbene non sia sufficiente: perché vi sia un cambio di regime, oltre alla sostituzione della classe politica al potere, occorre di solito anche che si dia  una mutazione  della forma di governo (che so: da monarchia a repubblica, da repubblica a monarchia etc.); ma questo ancora non basta, per poter parlare di cambio di regime in uno stato occorre soprattutto che si dia  una mutazione  significativa delle finalità politiche fondamentali perseguite dallo stato stesso. Queste finalità fondamentali sono essenzialmente rispecchiate dalla scelta dei criteri in base ai quali organizzare la distribuzione delle risorse disponibili all'interno dello stato in questione (chi magna e chi non magna, chi magna per primo, chi per secondo, quanto magna chi magna, etc.). 

Da quando esiste lo stato italiano unitario, fino ad oggi, al suo interno si sono registrati due cambi di regime. 
Uno in occasione dell'avvento del fascismo, l'altro dell'instaurazione della repubblica — ed in tutti e due i casi sono state delle cause esterne – due crisi globali del capitalismo e le due guerre che ne sono conseguite – a determinare questi cambi di regime.

Forse tre. 
Se la fine della cosiddetta "prima repubblica" deve essere considerata tale, vale a dire un cambio di regime. 
In effetti un sostanziale ricambio della classe politica allora c'è stato (e ci abbiamo guadagnato i berlusconi e i d'alema che meritavamo, in luogo degli andreotti, dei bettini, dei berlinguerri che pure meritavamo – non sempre da un cambio di regime si trae guadagno, anzi, di male si può scivolare facilmente in peggio). 
Vi è stata pure una mutazione nella forma di governo: non abbiamo fatto la repubblica presidenziale, ma quella bi-polare almeno sì.
Soprattutto vi è stata una mutazione dei criteri in base ai quali organizzare la distribuzione delle risorse disponibili all'interno dello stato, sotto forma della transizione dal capitalismo socialdemocristiano light al liberismo da operetta del Fascio 2.0 ( operetta in cui le pagine più credibili sono state scritte, per altro, non dal teleduce berlusconi ma dai cascami del partito comunista italiano, che ci ha regalato quella riforma del diritto del lavoro in forza della quale siamo diventati più pezzenti e più schiavi). 

Molti, a partire da ieri sera, vogliono avere la sensazione rinfrancante di essersi liberati di qualcosa, di un peso che impediva da tempo ogni slancio politico verso la riconquista del diritto al futuro e simili vaghezze – la sensazione di vivere, insomma, un cambio di regime. Col quale saremmo a quattro (in meno di 100 anni cominciano ad essere assai: saremmo secondi solo alla Francia del 1800). 

Ma vediamo un pò di capire se è davvero cambiato qualche cosa da l'altro ieri a oggi. Cerchiamo di capire se stiamo uscendo da un regime e, se sì, per entrare in quale altro. 
"Comunque sia, si chiude un'epoca", così dice Fassino ( h 00:49, 14.XI.2011, primo canale). E vediamo un pò se non ha detto una fregnaccia. 

Ad occhio e croce qui non siamo alla fine di niente. 
Al contrario. 
Il "passo laterale" del teleduce berlusconi, infatti, anche dopo che si saranno consumate le rituali consultazioni elettorali (quando sarà), ci lascerà lo stesso ceto politico che avevamo (meno qualche stronzo, che sarà d'altronde sostituito da qualche altro stronzo), pure il teleduce stesso, probabilmente, resterà in scena. Avremo poi partiti e partitelli che ricalcheranno le sagome dei preesistenti, fatta salva una qualche prevedibile ridistribuzione del rispettivo peso elettorale.  
Non si registrerà, inoltre, nessuna mutazione sostanziale nella forma di governo: monarchie, repubbliche presidenziali, vicepresidenziali e ccos'...niente, non è aria (per fortuna). Forse ci sarà spazio per la terza (o quarta?) riforma elettorale degli ultimi 20 anni, tutto qua. 
Quanto poi a ciò che più conta, cioè all'orientamento economico-politico fondamentale dello stato, in questo passeremo semplicemente dal liberismo di facciata degli ultimi venti anni, ad un liberismo sostanziale, barricadero, imbonito alla piazza per mezzo di qualche addobbo superficiale (in nome dell "equità sociale" Monti, ad esempio, a Natale regalerà a tutti i pezzenti un panettone di marca, se faranno i bravi e si metteranno a pecorina come richiede l'interesse della nazione).

Questo non è un regime che cade sotto lo spauracchio del defolt, ma un regime che si consolida sotto lo spauracchio del defolt, sfiatando un poco la demokrazia – sommo bene.   
In effetti l'unico mutamento rilevante lo si è registrato  proprio rispetto allo stato di salute della demokrazia itagliana (per chi ci tiene): si è aggravata la democrazia. Mò ci lascia, mi sa... L'Itaglia era più democratica fino a l'altro ieri, con berlusconi e gasparri, che non oggi, il che è tutto dire. Che le cose stiano così è abbastanza evidente. Fino a l'altro ieri la democrazia era minacciata, adesso la democrazia è sospesa a tempo indeterminato, per problemi tecnici, dovuti all'emergenza. Un pò come a L'Aquila da quando è successo il terramouto. Monti sta a Bertolaso, come il defolt al terramouto. Il mercato è un entità naturale, a quanto pare, non un oggetto sociale. I suoi tiramenti di culo, cause di forza maggiore. Ed a queste cause bisogna rimettersi: quando si scatena la furia dei mercati, ci vuole il commissario gradito all'unione. Bisogna abituarsi. Questa d'ora innanzi sarà la normalità, e per di più non è neppure la prima volta. 
D'altronde è giusto che sia così: entrare nell'UE, cioè stare nella moneta, equivale da parte dello stato italiano ad abdicare ad una parte sostanziale della sua sovranità, e questo è quanto. La sorpresa (per modo di dire) è scoprire, come alcuni sembrano fare solo oggi, che l'abdicazione non avviene in favore di un'organismo politico elettivo (l'europarlamento) e di un dispositivo di governanzz transnazionale (la commissione), ma a favore del cosiddetto "mercato", in ossequio al quale parlamenti e commissioni esercitano le loro funzioni, ligi ed efficienti - simili, nel ruolo svolto, al partito comunista cinese. Se ne avessero gli stessi larghi poteri, allora sì che noi europei si farebbe il culo a tutti quanti. 
  
Io il defolt, comunque, già l'ho fatto. So fallito da tempo. Quindi il commissario non mi serve. 





11/09/2011

dal cerone al cerino

Visto che l'invito agli oppositori ad abbandonare le sacre aule del
palazzo risale a 3 anni e solo nell'ultimo mese e' stato accolto,
parto fin d'ora con il nuovo invito.
Non mettetevi nella situazione di chi resta con il cerino in mano.
Andatevene proprio, chi a spalare ghiaino alle 5terre, chi a girare
l'europa per capire cosa e', chì al cinema. Lasciate tutto nelle mani
del burattinaio e dei suoi burattini, lasciategli tutta la
responsabilita', nel senso di colpa, non solo del prima, ma anche del
durante e del dopo. Oppure, se proprio siete tanto patriottici,
fategli quello che hanno fatto all'ultimo Savoia da trono, cacciate
lui e tutta la sua famiglia, confiscategli tutto e quello che non
serve (tipo Fininvest) rivendetelo a pezzettini (con i ricambi si fan
piu' soldi che con le auto rubate intere) e con i soldi ricavati
aggiustate un po' le cose. E poi da li' ricominciate, anzi
ricominciamo, una cosa tutta nuova. Se po' fa'?

11/08/2011

UNITED


Finalmente la svolta: il governo di larga intesa, auspicato dai Socialdemocristiani, è una realtà; a presiederlo sarà Silvio Berlusconi (già Teleduce). Il governo di larga intesa, sostenuto da Socialdemocristiani e Fascio 2.0, resterà in carica finché non si potrà fare a meno di indire nuove nomine al parlamento (effettuate attraverso la legge elettorale in vigore). L'obiettivo politico principale del governo di larga intesa è quello di fottere chiunque guadagni meno di 12-13000 euri di euri all'anno e parare il culo ai borghesucci di taglia media e medio-piccola che ancora resistono sulla breccia, naturalmente preservando ben saldo il bastone del comando in mano al ricco, al mafioso, al ricco&mafioso, al prete ed ad ogni loro faccendiere e/o lacché. La fottitura avverrà per mezzo dell'approvazione a larga intesa ed a reti unificate della "Legge di Stabilità",  dettata dalla EuropaUnita, attraverso la quale sarà possibile evitare di introdurre la tassazione sul patrimonio, evitare di provvedere ad elargire denaro ad i pezzenti (a meno che non siano cassintegrati), introdurre la possibilità di calciare liberamente nel culo il dipendente (grazie all'abolizione dell'articolo 18), finire di privatizzare e svendere al padronato quel che resta del patrimonio comune, restare nell'area monetaria del marco tedesco.
"Quando si è trattato di salvare l'Italia il centro sinistra c'è sempre stato e ci sarà anche questa volta" – Enrico Letta (rivolgendosi a Sandro Bondi) – 8.XI.2011, h 23:18 (detto alla Televisione, terzo canale RAI).

10/20/2011

delazione

A breve pubblicheremo le foto di alcune delle gocce che hanno devastato Roma.
Se ne riconoscete qualcuna, denunciatela alle forze dell'ordine, o
almeno mandate una vostra foto a Repubblica.it.

10/17/2011

viuleenz!

Ecco qua. IndignaTos vs. ViolenTos. Sfilata vs. Stadio. Di due possibili spettacoli lo showbiz punta, naturalmente, tutto sul secondo. Ed i protagonisti si dividono: i primi rinfacciano ad i secondi di avergli  rubato la scena; i secondi rivendicano il loro diritto a divertirsi; i primi (non senza ragioni) accusano i secondi di divertirsi alle loro spalle.
Lo showbiz passa dunque a vendere anche lo spettacolo della polemica, spettacolo al cui valore commerciale si aggiunge anche una valenza politica non trascurabile, vale a dire quella di fornire materia per una efficace campagna propagandistica di stampo reazionario, il cui motivo conduttore è questo: finanche chi protesta e contesta (se è una "persona seria") invoca la preservazione dell'ordine pacifico in seno alla società, in tutte le circostanze (che si magni o che non si magni, che ci sia o non ci sia speranza, col futuro davanti o col futuro di dietro); la Viuleenz (ahh... quant'è brutt'!), se proprio ci dev'essere, deve restare monopolio statale!
Ed infine, a scopo riassuntivo, lo showbiz tira fuori la consueta cartolina itagliana da spacciare agli itagliani: nella cartolina  ci mostra  la solita Itaglia che, a conclusione di questa fiera, si trova come al solito sporca di fango&strame: l'Itaglia fa più schifo degli altri in tutto, primeggia nel peggio. Gli altri sono pacifici e rispettosi, anche quando contestano/protestano/sindignano; gli Itagliani fanno solo casino. Il paese fa cacare? E  grazie! Co sta gente che va in giro... Ci fossero dei civilisti civici e civilizzati come a Madrid, allora andremmo bene, allora ci sarebbe speranza...ma qui ci sono i soliti cafoni, che non si sanno organizzare, che sanno fare solo bordello e litigarsi tra di loro: si meritano, dunque, la classe dirigente che hanno, i padroni che hanno, lo sfascio in cui annaspano, la faccia che c'hanno. Si meritano di essere quello che sono. Non sanno manco protestare come si deve.

– E mmò? – tutti chiedono a tutti dentro e fuori la televisione – E mmò che succederà ?
– Come "E mmò che succederà"?
Ma è logico, no?
E mmò
PUBBLICITA'!

P.s.

Per evitare di fornire materiale su cui speculare commercialmente e politicamente allo showbiz ed al suo annesso baraccone (i.e. la banda di attori e comparse che costituisce il ceto politico italiano odierno), nell'occasione della protesta di piazza basterebbe (come a tutti è ovvio)  riprendere consolidate abitudini e vecchie pratiche, come quella dell'organizzazione di servizi d'ordine interni ad i cortei, finalizzati allo scopo di difendere i cortei da eventuali aggressori in divisa ed escludere da essi chi non ne condivida i programmi e le modalità di azione prestabilite.

Ma qui si svela il vero problema, mi pare.
Il ritorno all'adozione di simili pratiche, probabilmente, saprebbe un pò di antico, saprebbe poco di spagnolo, e tornerebbe a creare quel vecchio tipo di sbattimenti e complicazioni che inevitabilmente si accompagnano al fare politica in maniera organizzata, all'essere un "soggetto politico" (che è qualcosa di diverso da costruire un "movimento d'opinione", che nasce sull'onda degli eventi ed i cui aderenti si ritrovano in piazza di tanto in tanto e non senza mostrare di compiacersi troppo, in queste riunioni, della bellezza delle proprie idee.)
E che fai? L'indignaTos col servizio d'ordine...Ahh! Ma allora sei sempre il vecchio comunista itagliano rompicoglioni (...che mò manco più dice che è comunista!)
Altro che aiped, aifon, tuitter, feisbuc e cazzi... Siete i soliti autonomi!

Invece di sentire gente che si cruccia di non essere all'altezza degli altri IndignaTos sarebbe bello sentir dire in giro cose tipo:
Abbiamo sbagliato. Non abbiamo preso le misure necessarie a gestire la piazza in un momento in cui l'incazzatura che c'è in giro è feroce (e non è un fatto che riguarda solo gli anarchici, cui, per comodità,  si attribuisce da sempre la colpa di tutto). Non succederà più. D'ora innanzi faremo come sappiamo fare.
Ci direte che siamo  i "soliti autonomi", pazienza...
Del resto mica l'ha ordinato il medico di sottoporsi alla vistosa operazione di branding messa in piedi dai mezzi-di-comunicazione-di-massa?
Lo scopo di questa operazione è quello di far sì che qualsiasi individuo protesti in piazza, e voglia avere una minima legittimazione a farlo, oggigiorno si debba chiamare "Indignados"e si debba  spontaneamente identificare con un prototipo di militante (l'unico che possa star simpatico ad Obbbama), le cui caratteristiche seguono: deve essere solo vagamente anticapitalista, dev'essere scarsamente "ideologizzato" (leggi "politicizzato" ), ma molto informato e pronto ad animarsi nel discutere di singoli temi specifici (temi che può scegliere entro la gamma di quelli più alla moda, dunque più publicizzati dai media stessi), dev'essere qualcuno senza una storia politica alle spalle (viene dal nulla, non c'entra con nulla, è tutto nuovo!), ammettere la violenza solo se è fittizia (cinema&tv, naturalmente solo se d'autore) e mangiare il tofu almeno una volta alla settimana.
Noi, se e quando ci ribelliamo, non siamo obbligati a cucirci addosso un'etichetta commerciale di questo tipo, non dobbiamo per forza ridurci ad assumere il formato di un prodotto tutto nuovo, confezionato dall'industria dell'informazione e finalizzato al consumo mediatico su scala mondiale dello spettacolo rassicurante  dal titolo "Crisi & Rivolta (Light)" (che per altro è noioso e pretenzioso nel titolo stesso, che ricorda Guerra e Pace).
Noi possiamo permetterci una storia, un passato e forse pure un avvenire, possiamo rivendicare come nostre alcune prospettive culturali ed alcune pratiche di lotta nate in seno ad un movimento politico antagonista che nel nostro paese, l'Itaglia, vanta più di quarant'anni di tradizione.
L'antagonismo ci caratterizza come il consumo di pomodoro ed olio d'oliva – non abbiamo bisogno di importarlo!
Possiamo definire la nostra identità liberamente, senza dovere aderire necessariamente a dei cliché che non ci si attagliano, che non ci caratterizzano adeguatamente e che confondono il nostro profilo politico al punto di fare della nostra lotta qualcosa su cui il primo che passa (magari qualcuno che addirittura avversiamo) possa mettere il cappello, sia esso Obbbama, Mario Draga o chi per loro.
Possiamo permetterci di non esser conformisti.
Possiamo permetterci di avere il servizio d'ordine. Possiamo permetterci di non fare gli scontri quando non vogliamo e di farli  quando dobbiamo.
Possiamo permetterci di essere gli Italianos. Those who do not conform!

finalmente la verita':

dietro alle violenze nei cortei c'e' Franti
http://it.wikipedia.org/wiki/Cuore_(romanzo)

10/15/2011

un mondo migliore è possibile


siate folli, siate affamati: mangiate quella cruda a napoli

9/13/2011

l'identita' nazionale

francia: esplosione in una centrale nucleare
italia: esplosione in una fabbrica di fuochi d'artificio

niente come le tragedie per mostrare il carattere di un popolo

7/12/2011

la rivoluzione della tv

Si chiamera' "Italia - l'Occidente al Tramonto", con un nome forse
troppo altisonante per la natura delle vicende narrate, il nuovo
format prodotto dalla brasiliana "Galinha d'ouro" e dalla cinese
"Great Wall Escape".
Si tratta del primo format televisivo in cui si narra il declino e la
morte di una nazione semplicemente filmandone la quotidianita'.
Acquistata dalle due societa' per 25 milioni di dollari, un bar con
stabilimento balneare a Angra Dos Reis e una fabbrica di preservativi
a Shizoujan, l'intera nazione italiana sara' costretta a uscire da
tutti gli organismi internazionali e a rinunciare al proprio status di
stato indipendente per vedersi trasformata in soggetto/oggetto
televisivo.
Gli autori sinocarioca pensano al momento al lancio del programma, 24
ore in diretta, sulla tv via cavo, ma non escludono la possibilita' di
uno sbarco su internet se la raccolta pubblicitaria e gli ascolti
dovessero dare buoni risultati da subito. A questo proposito, la
direzione congiunta delle due societa' ha comunque assicurato alla
uscente proprieta' almeno mille giorni in onda, cosi' da dare il tempo
agli ex-cittadini, ora tutti assunti come comparse generiche, di
abituarsi alla nuova situazione. Non mancano ovviamente i problemi,
vista l'assenza di una legislazione in merito, primo fra tutti quello
della gestione dell'ordine pubblico: non si e' infatti ancora deciso
se la punizione dei reati (per ora saranno considerati tali solamente
quelli contrari ai 10 comandamenti e al libretto rosso di Mao) debba
essere eseguita da comparse in tenuta militare o se invece ogni
singolo caso sara' affidato al televoto.
Tuttavia le due societa' sono ottimiste sull'esito della loro
scommessa e, anzi, stanno pensando a dei possibili sequel, nel
malaugurato caso, per le concessionarie della pubblicita', che
l'Italia si estinguesse prima del previsto, puntando su Haiti, Grecia
e, perche' no, anche Stati Uniti.
La messa in onda dovrebbe avvenire entro la settimana, ma i primi
spezzoni gia' visibili su FragolaK Channel danno l'idea di un
programma potenzialmente esplosivo, in tutti i sensi.
Non e' invece ancora stato definito il nome da dare a questa nuova
forma di intrattenimento televisivo, cosi' come si sta cercando
velocemente di dare un inquadramento giuridico-economico ai milioni di
ex-cittadini e ora comparse, momentaneamente senza stipendio e diritti
in quanto non inquadrabili in alcun tipo di contratto (quello delle
comparse di Cinecitta', rispolverato per l'occasione, ha il grosso
problema della definizione della durata della collaborazione, in
questo caso non certo predeterminabile). Tuttavia, data la situazione
in cui versavano prima dlela messa all'incanto, e' probabile che con
tre pasti al giorno assicurati e qualche comparsata di VIP stranieri
sul set la Galinha d'ouro e la Great Wall Escape possano facilmente
conquistarsi la fiducia dei nuovi sottoposti.

Non perdetevi quindi "Italia - l'Occidente al Tramonto".

7/06/2011

Ho fermato chi fermava il progresso

Il testo che segue e' conforme alle regole passate, presenti e future dell'AGCOM. Chi la pensa diversamente se la vedra' con Superciuk.

Ieri ho investito una vecchia. In pieno, di giorno, sulle strisce. Non e' che non l'avessi vista, l'ho proprio centrata volontariamente. E non mi sono fermato a vedere come stava, sarebbe stato come fermarsi per farla passare. Ma forse e' meglio spiegare.


Alle 19:25 scendevo a tutta velocita' da Via Azzurra, diretto alle Roveri (passando pero' da dietro Scandellara per evitare gli ingorghi di via Massarenti) per riuscire a prendere prima della chiusura, alle 19:30, l'unica resistenza AH-456 CEU rimasta in tutta Bologna. A cosa serviva la resistenza? A riparare in nottata l'impianto di riscaldamento/condizionamento del nuovissimo Facebook Megastore di via D'Azeglio, la cui inaugurazione e' prevista per oggi alla presenza di autorita', VIP e scrocconi dei buffet. Senza quella resistenza non si sarebbe potuto fare nulla, non perche' la gente avrebbe sofferto un po' di caldo, ma perche' tutti i server e gli altri PC che gestiscono la domotica di tutto lo Store sarebbero andati in fusione dopo un quarto d'ora, rendendo l'intero palazzo inagibile.
Dunque quella era la mia missione: recuperare la resistenza, riparare l'impianto, permettere l'inaugurazione e quindi il rilancio della zona centrale di Bologna, con un indotto di decine di persone al giorno, forse anche piu', a popolare bar e altri esercizi commerciali della zona. E un asilo aziendale aperto anche ai non dipendenti dello Store (che hanno 40 anni ma sono stagisti non retribuiti perche' alla prima esperienza di lavoro dopo 4 master, e di figli nemmeno l'ombra). E un Internet Point. Senza la resistenza niente di tutto questo sarebbe stato possibile. Gli americani titolari della licenza infatti avrebbero giudicato la mancata inaugurazione, anzi il fallimento dell'inaugurazione, una pecca troppo grande da parte dei concessionari bolognesi, ne avevano gia' avuto il sospetto quando questi avevano posto strani paletti alla possibilita' di consumare cibo e bevande all'interno di punti ristoro dello Store in ora serale per via di poco comprensibili leggi comunali anti degrado, ma ora ne avrebbero avuto la certezza. L'investimento gia' finanziato sarebbe stato rimborsato, oltre che da consistenti cause giudiziarie per inadempienza contrattuale, dall'affitto dell'immobile a una sala con slot machines, una gelateria da chiamarsi esclusivamente Gianni, l'ufficio per la cessione del quinto della pensione e una toelettatura per criceti e cani di taglia simile.
Quindi, io ero in missione per il progresso, il rilancio economico, il superamento del degrado, il benessere della collettivita'. Ma ecco che in questa cavalcata eroica, con i Bad Religion a farmi da supporto morale, verso la fine di Via Azzurra capisco da alcuni movimenti di auto davanti a me che si sta per abbassare il passaggio a livello di Via Rimesse. Maledizione, e' la rovina, non posso permettermi una sosta di qualche minuto per far passare quella cosa inutile che e' la Suburbana. Devo passare assolutamente, il padrone dell'ingrosso di elettrotecnica era stato chiaro: arrivi prima delle 19:30 perche' io devo andare in Riviera per il week end. Nemmeno l'ipotesi di pagarlo il doppio o il triplo aveva funzionato: lui doveva andare in riviera per il week end, anche se era solo martedi. "Perche' c'e' la crisi e non si lavora piu' come una volta" aveva aggiunto.
Decido quindi di accelerare, so che con strada libera riuscirei a passare prima dell'abbassamento del passaggio a livello, qui si tratta solo di schivare quelle poche macchine che ho davanti, ma la strada e' larga e ce la farei facilmente, e un paio di scooter che non si capisce da che parte devono andare ma quando gli sono a un metro gli suono il clacson sotto al casco e vedi come si spostano.
Ma non avevo fatto i conti con la vecchia. Eccola comparire all'incrocio con via Massarenti, intenzionata ad attraversare via Azzurra per via di un semaforo pedonale verde, incurante del fatto che io stia arrivando a forte velocita' (chissa' se mi ha visto?) e non riuscirei neanche volendo a fermarmi in tempo. Volendo, ecco la parola chiave. Io non voglio, non posso: dalla mia ci sono il progresso, la crescita economica, il superamento della crisi di tutta la citta', nuovi posti di lavoro, piu' modernita'. Dalla sua c'e' solo un fottutissimo semaforo pedonale verde. Ho solo una lieve esitazione sull'acceleratore, perche' per un attimo penso di infilarmi alle sue spalle, ma capisco che non ce la farei, vado troppo forte e lei troppo piano. Riprendo ad accelerare subito, mentre c'e' lo schianto (credevo peggio, la vecchia vola via nemmeno sfiorando il mio parabrezza) penso alla Val di Susa, se la' carabinieri e polizia, in nome delle mie stesse motivazioni, possono recintare, picchiare, arrestare, anche io avro' ben la liberta' di investire una vecchia che si oppone fisicamente al progresso della comunita'. Ma ormai e' passato, sono lanciato in mezzo all'incrocio, sento la seconda sbarra del passaggio a livello colpirmi l'antenna della macchina, ma anche questo ostacolo e' passato.
La citt� avra' il suo nuovo rinascimento, turisti idioti multimediali verranno da tutto il paese, forse anche dall'estero, a vedere il primo (e unico per almeno sei mesi) Facebook Megastore d'Europa. Hanno detto che tutto l'indotto potrebbe valere diverse centinaia di milioni di euro l�anno, roba che i musei, la cineteca, le torri e San Luca impiegherebbero cinque anni a fare.
Ho pensato che potrei avere dei guai per il mio investimento. Ma ho subito pensato che nessuno minimamente sensato avrebbe potuto addebitarmi delle colpe per non aver fermato il progresso. Anzi, forse avrei anche ricevuto un riconoscimento pubblico: sprezzante del pericolo e di arcaici e vacui senso di responsabilita', precedenze e difesa di ogni vita umana, immolava la sua coscienza in nome del progresso. Ma forse esagero, io sono solo riuscito a comprare l'unica resistenza AH-456 CEU di Bologna prima che il negozio chiudesse. I riconoscimenti sono per i servitori dello Stato, tipo i carabinieri e la polizia della Val di Susa, non per i poveri elettrotecnici come me.

7/03/2011

dikhotomia


antropologicamente diversi o diversamente stronzi?

6/13/2011

reclame

Watch live streaming video from fragolak at livestream.com

pausa pausa ritmo lento


"Rifiutò il trapianto di reni, perché era convinto che con i suoi metodi i reni si sarebbero rigenerati. Aveva sviluppato sue teorie che lo portavano a curarsi mangiando soltanto polpo. L'Octòpus, come lo chiamava." [V. Capossela]

Grazie.

6/11/2011

lontano dagli occhi, lontano dal quorum



Non c'e' che dire, abituato a una permanenza politica ostinatamente minoritaria, quasi di nicchia, tutto questo "uniti alle armi" che dalle amministrative porta al referendum inizia a stancarmi come un bicchiere di troppo di Coca Buton.
Speriamo che l'emergenza passi presto e si possa rapidamente tornare a stare con i simili piuttosto che con i meno dissimili (che poi son tali solo su alcuni aspetti, su altri anni luce).

5/30/2011

comunque



Scioccamente, inutilmente, provvisoriamente, disinteressatamente: comunque, godo!

5/11/2011

Where is Get-The-Fee?



quello che la Nato non sa

4/29/2011

Tutti etero col culo degli altri

La moderna, mente-aperta, colta, vetero-svincolata, post-ideologica, (vegetariana?) tribu' del web ha avuto molto a che fare ultimamente con due questioni di fondamentale importanza per le sorti della Repubblica Democratica dello Stivale. Non il nucleare, non le manovre di Tremonti-Sacconi sui contratti da proporre ai giovani italiani, nemmeno sulla guerra o sugli sversamenti di nitrati dal Po che hanno ucciso tonnellate di potenziali fritture miste nell'Adriatico sud romagnolo-nord marchigiano.
No, il tema e' il sessismo nella pubblicita', sia essa politica o commerciale (ma c'e' differenza tra le due?). E con scarti schizzofrenici da far impallidire Basaglia.
Nel filone duri e puri (ma capirete come il primo aggettivo usato scatenera' vibrate proteste), i Santi Precari autorganizzati se la prendono con un manifesto elettorale del PD reo, mostrando una spada di Alberto da Giussano ammosciata, di scendere al prosaico linguaggio e retroterra culturale (sessita, appunto, misogino e maschilista) degli slogan celoduristi della Lega e delle barzellette di Mister B. Peccato che cotanto rigore di pensiero si lasci sfuggire il fatto che la parodia, come la satira, la caricatura e tante altre forme giullaresche di presa per i fondelli, debba per sua natura adottare il linguaggio dell'oggetto da deridere, pena lo "scadimento" a forme di critica meno ludiche e immediate. Lasciando intatta la liberta' di ognuno di giudicare l'effettiva riuscita della campagna pd-ina o delle armi in possesso dei pd-ini stessi per contrastare Mister B e i suoi cani custodi, appare quanto meno spropositato e pretestuoso il richiamo all'utilizzo di un linguaggio sessista per mettere in ridicolo chi su quel linguaggio costruisce consenso e fortuna politica.
Nel filone easy chic&cheap, invece, va inserito l'apriti cielo aperto dalle dichiarazioni di Giovanardi (le ennesime) sulla pubblicita' dell'Ikea vagamente gay-friendly. Il pensiero del sottoscritto su Giovanardi non puo' essere qui riportato, in quanto penalmente rilevante, ma cio' non toglie che andrebbe quanto meno notato come a gettare il primo sasso in direzione sessista sia stata proprio la moderna, mente-aperta, colta, vetero-svincolata, post-ideologica multinazionale del mobile fai da te, che ha ben pensato di usare un orientamento sessuale (che forse questo significhi avere un atteggiamento sessista?) per farsi della pubblicita', cioe' per cercare di vendere qualche truciolato slovacco o ceramica turca in piu'.
Questa reiterazione all'infinito del concetto che "il nemico del mio nemico e' mio amico" sta portando a corto circuiti continui e ormai fuori controllo tali da far sorgere qualche lecito dubbio sull'esistenza, qui e oggi nella Repubblica Democratica dello Stivale, di qualcosa di veramente altro, o di qualcosa in grado di riconoscere il veramente altro, da Mister B e dal suo circo itinerante.

Avanti cosi', che il futuro e' sempre piu' indietro e lontano!

4/28/2011

3/15/2011

Čerenkov

Una soffusa luminescenza celeste e inessenziale è ciò che nella fenomenologia della visione umana corrisponde al darsi di un preciso tipo di luce, quello generato dall'Effetto Čerenkov – Čerenkov, uno dei tanti e grandi fisici allevati in seno al socialismo reale.

Quando, in un medium, una particella ha la splendida opportunità di potersi muovere ad una velocità superiore a quella di propagazione della luce nello stesso medium, il movimento della particella genera un cono d'onda elettromagnetica che irradia raggi gamma, producendo questo mirabile lucore.
Ciò che accade, insomma, è un evento simile a quello del bang supersonico, solo che questo evento accade nel dominio del visibile invece che dell'udibile ed a ben maggiori livelli d'energia.
Quei livelli d'energia che, ad esempio, si raggiungono in un reattore a fissione nucleare.
L'eterea luminescenza celeste (o verdolina, nel caso dei Simpson), infatti, è divenuta per l'uomo qualcosa di più che un mero segno naturale: è un'entità con significato, è il simbolo della Radiazione.
L'effetto Čerenkov, poi, ha anche una potente ricaduta psichedelica: alla luce azzurrata dei raggi gamma la sagoma dei fatti, normalmente netta, tende a sfocare, la tinta, inconfondibilmente vivida, che prende un'asserzione quand'è vera scolora.
L'effetto Čerenkov, insomma, è anche segno certo dell'attuarsi di un massivo processo di disinformazione, avviato da un potere tanto oscuro e inapparente, quanto, al contrario, è visibile la luce celeste formalizzata dalla fisica realsocialista.
Un potere orbo come il ciclope, che guarda sempre da un occhio solo: quello che ha nascosto nella saccoccia.
Il potere di negare l'evidenza.
Mai come in occasione delle catastrofi nucleari, che accendono le luci di Čerenkov su qualche landa disgraziata del nostro pianeta, si è così vicini a poter respirare l'aria del vero, originale oscurantismo, proprio quella stessa aria fetida che doveva rifiatare Galileo, troppo vicino a Bellarmino.
Tutto è vero ed il contario di tutto.
Magnifico! E sia, allora: ex falso quodlibet:
A Fukushima tutto va bene. Ci sono gravi avarie a sei reattori nucleari, ma la situazione è sotto controllo: i reattori saranno fusi solo se diremo che sono fusi.
E' sufficiente non dirlo, e non fonderanno mai. La parola è magica, si sa.

2/21/2011

Risposta a Federica Guidi

La posizione espressa dalla presidente dei giovani industriali Guidi getta una luce sinistra (un'ulteriore luce sinistra) sul futuro della penisola-stivale. La convinzione, assai diffusa, che esistano forme di cultura e processi di formazione "inutili", infatti, non può non mettere in allarme chi cerca di disegnare, o anche solo immaginare, per l'Italietta un futuro fuori dalle sabbie mobili attuali.
Senza scomodare (fin troppo facili) interpretazioni politiche o di contrapposizione tra pensiero unico e altri piu' validi pensieri, la posizione della Guidi è fallace già all'interno dell'ambito culturale, economico e sociale in cui nasce.
Non sono pochi e non sono ininfluenti quelli che ormai da qualche anno indicano i servizi alla persona come il settore di maggior sviluppo nel prossimo futuro. Non sono pochi e non sono ininfluenti quelli che ormai da qualche anno indicano nelle componenti immateriali della produzione manifatturiera gli elementi strategici fondamentali per lo sviluppo di un'economia nel prossimo futuro. Non sono pochi e non sono ininfluenti quelli che ormai da qualche anno indicano in queste componenti l'unica risposta possibile da parte delle economie più mature al progressivo spostamento delle attività strettamente produttive nei paesi di più recente industrializzazione (emergenti o meno che dir si voglia).
La risposta alla crisi del sistema economico italiano prospettata dalle parole della Guidi va esattamente in direzione contraria: servizi subordinati all'attività manifatturiera invece che in grado di guidare quest'ultima, formazione tecnica ("il saper fare") invece che teorica ("il saper come fare"), formazione tecnica ("lo strumento" e "l'atto") invece che formazione umanistica ("il pensiero" e "il metodo"). I risultati di questi atteggiamenti sono oggi uno dei problemi principali della nostra economia: operai in diretta concorrenza con quelli sottopagati e sottogarantiti dei nuovi centri manifatturieri mondiali, cervelli in fuga, una bilancia commerciale tecnologica con un deficit spaventoso e tendenzialmente esplosivo.
Più che l'opinione in sé espressa dalla giovane industriale Guidi, già ora comunque in una posizione di privilegio rispetto alla possibilità di influenzare le linee di sviluppo dell'Italia, preoccupa come tale opinione non abbia scatenato, nelle istituzioni pubbliche, economiche, culturali e sociali, una reazione tangibile (l'unica pare questa).
Mancanza di coraggio o mancanza di idee alternative? Non saprei quale delle due sarebbe il male minore.

2/13/2011

Prostituzione e Liberazione (1): la catena dell'amore



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|chelaleccaalei|chelaleccaalei|cheloleccalui|chelaleccaalei|cheloleccaa:BERLUSCONE

Per rappresentare una catena dell'amore è sufficiente connettere due elementi ( dati l'elemento iniziale, che è 'leiloceccaalui' per default e l'elemento finale, che è 'cheloleccaa:BERLUSCONE' per default):|chelaleccaalei
|cheloleccaalui;si possono connettere gli elementi nell'ordine che si preferisce; si possono ripetere
consecutivamente infinite volte tutti gli elementi della forma: |chelaleccaalei; NON si possono ripetere consecutivamente gli elementi della forma: |cheloleccaalui.Si può arricchire ed abbellire la catena attraverso l'aggiunta del cosiddetto [BACCHETTONE]=: grosso grosso pene

Qualora si decidesse di realizzare in vivo una catena dell'amore, si ricordi che: (1) è necessario munirsi di denaro; (2) è consigliabile praticare la confessione dopo ogni partecipazione ad una catena.


2/10/2011

Punk Islam











Breaking News:

Sfiorate le dimissioni dello Zio di Ruby.

Mubarak scampa alla fine della sua dittatura, annunciando al popolo d'Egitto,
pronto ad assaltare il palazzo in caso lo Zio di Ruby rifiutasse di dimettersi,
che si è trattato di un equivoco:
non è lui lo Zio di Ruby.

2/07/2011

davide contro le golia

C'erano due signori molto compiti, educati e dall'aria e dall'eloquio di chi certamente medita su cio' che dice, impegnati in un duetto che oseremmo definire, senza timore d'offendere, d'un certo spessore culturale. Disquisivano, i due, dei danni arrecati a un paese, che per comodita' chiameremo Italia, da un individuo, che per comodita' chiameremo presdelcons, padrone di mezzi d'informazione, mezzi di distrazione, mezzi politici e mezzi economici.
Si potevano cogliere, in sottofondo, profonde analisi sul decadimento etico e morale di un paese, sempre quello di prima, portato avanti con assidua e spregiudicata continuita' da chi, sempre quello di prima, sa bene che guidare le ignoranze e' piu' facile che guidare le coscenze.
E poi dobbiamo esserci distratti, perche' all'mprovviso al posto dell'aulico duetto, e' stato letto l'appello per la riconsegna della bara di un noto presentatore tv, in forza al tipo gia' citato sui canali che avrebbero annientato lo spirito del paese gia' citato.

Ti piace vincere facile, tizio che per comodita' avevamo chiamato presdelcons?

2/04/2011

comuneeeesti!

"Il debito pubblico italiano si e' moltiplicato per otto volte tra il 1980 e il 1992 per colpa dei governi con i comunisti in primo piano"
Infatti:

fino al 4 aprile 1980 Cossiga I DC PSDI PLI
fino al 18 ottobre 1980 Cossiga II DC PSI PRI
fino al 28 giugno 1981 Forlani DC PSI PSDI PRI
fino al 23 agosto 1982 Spadolini I DC PSI PSDI PLI PRI
fino al 1 dicembre 1982 Spadolini II DC PSI PSDI PLI PRI
fino al 4 agosto 1983 Fanfani V DC PSI PSDI PLI
fino al 1 agosto 1986 Craxi I DC PSI PSDI PLI PRI
fino al 17 aprile 1987 Craxi II DC PSI PSDI PLI PRI
fino al 28 aprile 1987 Fanfani VI DC
fino al 13 aprile 1988 Goria DC PSI PSDI PLI PRI
fino al 22 luglio 1989 De Mita DC PSI PSDI PLI PRI
fino al 12 aprile 1991 Andreotti VI DC PSI PSDI PLI PRI UDS
fino al 28 giugno 1992 Andreotti VII DC PSI PSDI PLI
fino al 28 aprile 1993 Amato I DC PSI PSDI PLI

Vivevamo in un Soviet e non ce ne siamo mai accorti.

2/01/2011

antropologicamente diversi

"in sei mesi dobbiamo arrivare a stabilire che e' lecito intraprendere e fare tutto quello che non e' espressamente vietato dalla legge"
Silvio Berlusconi, gennaio 2011

"la differenza tra me e lei e' che lei fa solo quello che e' permesso, mentre io faccio tutto quello che non e' espressamente vietato"
Fedele Confalonieri, un paio d'anni fa a Report

E' bello quando gli squali gettano la maschera e rivendicano le proprie azioni.
Ci si sente meno in colpa a odiarli sempre e comunque, in tutto quel che sono e fanno.

1/27/2011

reminder

Inspiegabilmente passata quasi inosservata, l'annunciazio' del trio dei miracoli (sacconigelminimeloni) della grande soluzione al problema del lavoro ai giovani (del lavoro per i giovani) a me turba invece assai.
E convinto che, data la totale mancanza di pensiero autonomo del trio, la sparata sia nata da quel servizio del tg che parlava di circa 3000 posti da pasticcere vacanti, continuo a pensare a quella storiella francese del '700.
A Maria Antonietta, al pane e alle brioches.
E alla ghigliottina.

1/19/2011

ancora?!

"Pare che il film di checcozalone sia il piu' visto di sempre in Italia"
"Dice che gli italiani hanno bisogno di distrarsi"
"Ancora?! ma se sono quasi 20 anni che si sono distratti!"

1/16/2011

non mandarle a dire

a volte invece di dire la propria si puo' semplicemente sottoscrivere pienamente:

solo 23 giorni...

1/15/2011

avanguardia operaia

I primi degli ultimi.

Gli operai di Miraflowers sono l'avanguardia!

I primi a rinunciare al diritto ad una rappresentanza sindacale reale tra quegli ultimi lavoratori che in Italia ancora ce l'hanno.

Hanno voluto mettersi allo stesso livello del Precariato italiano tutto. Segnare il passo decisivo verso la semplificazione finale dei diritti dei lavoratori.

Gli si renda onore!

Possiamo essere certi, d'altronde, che il buon Padrone vorrà accordargli il privilegio di potersi licenziare ed essere riassunti a partita IVA, come consulenti alla catena di montaggio, non appena si risolveranno a chiederglielo, e speriamo che questo accada presto, per il bene loro e del paese tutto.

Certo, abbiamo rischiato di perdere la Fiat a Torino (o, almeno, così dicevano), e di tenerci la Fiom...

Alla fine però il senso di responsabilità dell'avanguardia operaia torinese, lasciata quasi sola ( non dal Duce, naturalmente, che anche questa volta, sia pure all'ultimo momento, ha voluto dare il suo saggio parere ), ha prevalso.

Il futuro migliore è sempre nel passato. Viva la 131! La rifaremo ecologica, abbiamo la tecnologia: motore a pedali!!Ci trasferiremo anche in Polonia, se ce lo chiederanno, pur di essere noi ad avvitarle i bulloni!!!


Ci teniamo la Fiat! Ci teniamo i Padroni! Costi quel che costi! Cosa sarebbe di noi senza di loro, senza la loro guida benevola? Chiediamocelo!


TUTTO CIO' CHE SI PIEGA, E' NATO PER LA FRUSTA.


(Così diceva Eraclito, quel vecchio greco che si fece seppellire vivo nella merda.)


Non toglieteci la frusta!

E' un diritto! E' l'unico diritto!


1/13/2011

look-at-the-flowers


vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no! vota no!
eddai, pe' na volta!

1/11/2011

lunga sbronza a superciuk

Plebaglia vile e boia.
Proletari infedeli e irriconoscenti.
Pezzenti laidi, maleducati e incivili.
Studentame ignorante, scansafatiche, ripetente e sobillatore.
Imbrattatori delle strade, dei muri e del web, tutti.
Mangiapani a tradimento.
Badate a voi!
La minaccia alcoolica aleggia su Mirafiori!
E da lì spande sul paese che fu bello, anzi bellissimo, e che voi tutti avete rovinato, degradato ed impuzzinito impunemente da 150 anni in qua! Osatevi, ora che vi si è voluti metter finalmente alla prova, a dir di no al padrone!
E' tornato Superciuk!


dessert




«Questa parte del Paese non cambia mai, l'Abruzzo è un peso morto per noi come tutto il Sud. C'è bisogno di uno scatto di dignità degli abruzzesi. È sano realismo padano. (...) Il comportamento di molte parti delle zone terremotate dell'Abruzzo è stato singolare, abbiamo assistito per mesi a lamentele e sceneggiate - prosegue Borghezio - eccezioni ci sono dappertutto, ma complessivamente è stata un po' una riedizione rivista e corretta dell'Irpinia: prevale sempre l'attesa degli aiuti, non ci sono importanti iniziative autonome di ripresa. Si attende sempre che arrivi qualcosa dall'alto, nonostante dall'alto arrivi molto». «Mi domando quale sarebbe stata la reazione degli abruzzesi nei confronti di un comportamento"risparmioso" da parte dello Stato, con l'invio di aiuti a gocce come è per i veneti; questo fa solo aumentare il senso di disaffezione dei veneti verso lo Stato centralista, credo che siamo ormai giunti ad un punto di rottura»

In risposta alle belle parole da lui spese, voglia accettare Borghezio questo grazioso omaggio floreale, un tipico frutto dei pascoli abruzzesi, di cui, per altro, si dice vada ghiotto.